Biografia

Sono nata venti giorni prima del solstizio d’inverno. Che non vuol dire niente e che non frega niente a nessuno. Ma era così, per rompere il ghiaccio. Ho 49 anni, un pianoforte che non suono da anni, tre paia di scarpe da corsa e un drago per tatuaggio. Vivo tra Verona e il Monferrato. Nel mio studio ho le pareti indaco, un tappeto persiano e un cavalletto per dipingere. Amo le storie ed è l’unico motivo per cui io fotografo. Vado in bicicletta con una mano sola che con due sollevate sui fianchi ancora non ho imparato. Adoro gli specchi barocchi e i film di David Lynch, le amiche che mi raccontano storie d’amore, il miele, le biblioteche e i mercati di frutta e verdura. Leggo Dylan Dog e mi incantano i viali alberati: d’estate e in autunno. Sono intollerante al lattosio, al giallo e a chi parla con voce alta. Ho paura di volare ma viaggio spessissimo. E, quando viaggio, fotografo ogni cosa. Ferma o in movimento.
Mi chiamo Paola ma mi chiamano spesso INCANTOerrante

Le mie pubblicazioni

“Ad Ischia, mia Itaca”… è la dedica che apre l’opera del suo felice esordio editoriale Lontano da Itaca, pubblicato nel 2009 con la Pentarco edizioni di Torino.
La pubblicazione, poemetto in dieci canti ed un epilogo, ‹in cui liricità e drammaturgia si fondono, dando vita ad un linguaggio dalla vibrante intensità ›, nasce all’insegna di quella dote specifica dell’autrice detentrice, come scrive Giuseppe Nasillo nella Presentazione, ‹di una incisiva forza aforismatica, in cui si accompagna un linguaggio tanto personale quanto liricamente vibrante›.
Dalla prefazione di Giuseppe Nasillo

Mundus Novus, edito dalla Del Leone, Venezia,
è la seconda pubblicazione di Paola Casulli. Ancora una volta ‹La costante presenza del mare. Un mare invernale, deserto che sparge relitti sulla misteriosa solitudine della spiaggia, e che è percorso da onde corpose di buio, che si configura infine come qualcosa che valica i confini dello stato d’animo e della confessione individuale, per articolarsi nella scarna semplicità di un linguaggio ove i termini si fanno parole quanto più intensa è la pena che li muove e li ravviva›. ‹Non escludendo quella oggettivazione che rimane la misura del grande impegno – morale e poetico – di Emily Dickinson, e che mi sembra presente con amore e con estremo pudore, nelle poesie di Paola Casulli, poesie dal linguaggio così corposo nel suo lessico, così ricco di nudi scatti nella sua sintassi› .
Dalla prefazione di Rudy de Cadaval

Pithekoussai , canto di isola, Kairos edizioni, Napoli, è la terza racconta poetica.
‹Pithekoussai, canti di un’isola› di Paola Casulli, ‹è una raccolta poetica che vuole essere omaggio alla terra natale, all’origine della vita, e non a caso, il titolo è in termine greco: Pithekoussai, cioè Pitecusa, Ischia, volendo alludere metaforicamente non solo all’origine greca dell’isola d’Ischia, ma anche all’origine della poesia classica, all’origine cioè del canto e delle arti. E scioglie il suo canto, Paola Casulli, lungo tutto il libro, che è un ritorno dopo un periplo, un percorso di luci, di borghi, di mare, di angoli, di cieli e di fiori; ma è anche un sentire il canto stesso dell’Isola, che proprio attraverso i suoi unici e meravigliosi scorci paesaggistici e umani, si rigenera e si ripropone alla protagonista e al mondo intero.
E dunque non resta che tuffarsi nella limpidezza e nella trasparenza, sia pure profonde, del canto di Pithekoussai, un canto che giunge vivido, sonoro e luminoso agli occhi e al cuore del lettore›.
Dalla prefazione di Giuseppe Vetromile

Di là dagli alberi e per stagioni ombrose, Kolibris edizioni, Bologna,
è la quarta silloge poetica pubblicata nell’ottobre 2011. Testi dove ‹la poetessa sa accarezzare la pagina con la leggerezza della foglia che dolorosamente scolora, con la levità del volo di chi abbandona, con la forza dell’acqua che sopra a tutto passa e bagna, senza sosta o ripensamento›.
Dalla prefazione di Rossella Renzi

Mitografie, Kairos edizioni, Napoli, gennaio 2012, è la quinta pubblicazione.
Un libro collettivo dove Paola Casulli traccia nel suo poema, “Il Centauro che voleva morire”, quelle che sono le linee dei temi scomodi dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico. Il poema, ‹Ella stessa dice “delle cose imperfette”, perché il suo Chirone, fra tutti i centauri violenti e brutali, si distingue per saggezza e pacatezza, e non vuole morire, per creare pennellate multicolori ed immagini metaforicamente lussureggianti›. ‹Un tocco che incontra distanze e riproduce memorie, per territori che spaziano, disegnando con acume la figura contemporanea di un giovanissimo affetto da distrofia muscolare. Questa figura drammatica si intreccia con il racconto mitologico di Chirone , in un tragico destino che si dissolve nella ribellione›.
Dalla prefazione di Antonio Spagnuolo

Sartie, Lune ed altri Bastimenti, La Vita Felice Edizioni – Milano –  Luglio 2017
L’intensità che avvolge l’intera raccolta non affievolisce mai la spasmodica tensione in cui è organizzato il verso, né si rilevano inciampi in stereotipi consueti. Il mare è il soggetto del privilegio unitamente all’amore che vi si legge, metafora salmastra di ben più profondi sentimenti, porta con sé la conformazione femminile dell’acqua, la calma amniotica del contenente. Le composizioni non narrano tempeste né burrasche, raramente vestono i panni devastanti o paurosi dei marosi inquieti o delle correnti oceaniche. Ci troviamo con maggiore frequenza in paesaggi di golfi rasserenanti o in arcipelaghi pelagici. Il riferimento terrigeno è l’isola e non certo il continente. Si coglie il respiro del mare come cadenza di energie sottili irradianti da particelle astrali impermanenti, che si fanno distanza, sintesi fluttuante di stringhe in manifeste pluridimensioni simboliche.
Dalla Prefazione di Salvatore Contessini

Paola Casulli attualmente vive tra le colline del Monferrato. Molte sue composizioni sono state ospitate da rassegne di letteratura, arte, attualità e periodici culturali come Silarus, La Bottega, Il Convivio, La Procellaria, Pomezia notizia di Domenico De Felice, Percorsi D’oggi di Giuseppe Nasillo, Sentieri Molisani di Antonio Angelone.