Di Paola Casulli| 

Il cratere spento e una conchiglia aperta, perfetta. 

Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta
Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta

Era questo che vedevano i miei occhi.

Hverfjall (o Hverfell) è un piccolo cratere in tefra* nell’Islanda settentrionale.
È tutto ciò che resta di un antico vulcano ormai estinto.
Si trova vicinissimo al Lago Mývatn,
a pochi km dalla città di Akureyri.

Guardo questo cratere. Sono come ipnotizzata

Voglio impossessarmi di questo grigio. Questo urlo spalancato di terra gelida.
Ma la follia di un ragionamento non può.
Allora provo con qualcosa che è altro, alieno a me stessa.

Resto muta nello spazio e percorro il cratere, una manciata di km sospesa sul ciglio di una immensa conchiglia.

Non la vedete anche voi?  Essa cela la perla.

Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta
Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta

Voluttuosa e madreperlacea. Consistente e detritica, a trasformare un tempo immateriale in un adesso siderale.

C’è stato un tempo in cui questo è accaduto. Ma prima, in un futuro lontano, o dovrei dire in un passato se fossi rimasta qui, pulsante di eterni. Prima, dunque, era tutta un’attesa, un magma topazio, poi diventato oceano zaffiro. Poi un soffio freddo. Gelido.
A spegnere ogni cosa e misura.

Se ciò accadesse fuori dal corpo farebbe scintille e fuoco.
E lava.
Ma così è accaduto anche dentro,
con una storia di tuono e un’intimità
che ha conficcato nel mondo il vuoto disabitato che è ora.

I tratti sottili delle sue venature, svelano oscurità segrete e poi si fanno curvi e pieni di istanti.
Rotondi quasi ma fino ad un certo punto, quasi volessero restare interrotti per accogliere un tempo primario, quel tempo che è dove mi faccio piccola piccola, cammino sull’orlo del crinale fino al mio Io, nucleo terreno e nevralgico che vorrei prendere con le mani e depositare laggiù, affinché possa addormentarsi senza più alcuna domanda.

Senza più alcuno spazio, intersezioni dove depositare le nostre derive.
Addormentata, raggomitolata, obbligata all’umiltà di ciò che è stabilito.
Nell’armonia segreta dell’energia che ha perso la forza ma solo apparente e resta in una metamorfosi a venire.

Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta
Hverfjall, il Cratere dalla Forma Perfetta

Intanto che io cammino e percorro il mio cerchio, il mio eterno andare e venire, sta tramontando il sole, questo sole che ancora quasi non può tramontare o mai vuole tramontare, e il suo splendore lacerato sul crinale mi abbaglia.
E poi pioviggina.

Ancora in un intrico di echi secchi e freddi. Non c’è la ruota del tempo.
Tutto è immobile e terra infeconda. In parte, nuova Era di metallo che luccica.

Ora è silenzio e io vorrei una voce levarsi da quel centro.
Un’epifania selvaggia a dirmi che non sono sola.
Di spalle alla stupefacente meraviglia che scorre, senza che io me ne avveda.
Non ci sono fiori, non uno stelo, non ci sono foglie o radici a dirmi di altri mondi, solo un’ombra che si apre e si richiude come una conchiglia per troppo tempo in fondo al mare a cercare una qualche approvazione del suo moto perenne.

Viaggio in Islanda, terra di miti e leggende
Viaggio in Islanda, terra di miti e leggende

Non si può comprendere un significato recondito solo con lo sguardo.
Non puoi afferrare ciò che non si può descrivere o pronunciare.

Tutto quello che è iniziato è iniziato sotto il tempo di un ordine soggiacente. 

Questa è la vita vista con la vista, ma quella vista con il dominio dell’essere è sacra e volatile e resta tra me e me come se fossi solida, fatta di trasfigurazione senza passato. Presente e futuro.
Occulta la mia vera forma, offuscata dal vento che lascia accadere le cose in una necessità di rinuncia.

INCANTOerrante

Tefra = materiale solido vulcanico quale ceneri, sabbia, lapilli, blocchi, bombe vulcaniche emesso durante un’eruzione esplosiva.

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