Brian Kyed @unsplash
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Di Incanto Errante |

In un cielo chiaro dove un velo di nuvole spruzza di azzurro quello spazio arioso, tre ragazzini provano l’ebrezza del volo sui seggiolini di un Luna Park.

È la copertina del bel libro “A Coney Island of the Mind”, una delle raccolte più celebri e vendute nella storia degli Stati Uniti. Originariamente pubblicata nel 1958, è oggi proposta dalla casa editrice  Minimumfax.

L’autore delle 48 poesie invece è Lawrence Ferlinghetti, il leggendario poeta che si è lasciato alle spalle 101 anni prima di spegnersi lunedì mattina per una malattia ai polmoni.

Protagonista indiscusso della Beat Generation, il grande maestro firma molte altre raccolte poetiche tra le più significative del Novecento. Spesso irriverenti, psichedeliche, sono una durissima critica alla società del suo tempo, un grido di dolore e protesta contro l’America.

Ferlinghetti, nato a New York il 24 marzo 1919, non ha da subito una vita che si può considerare facile.
Il padre muore prima che la madre partorisca e venga rinchiusa, poco dopo, in un manicomio da cui esce solo molti anni dopo. 

Vive alcuni anni a Manhattan fino a quando scoppia la seconda guerra mondiale e viene arruolato in marina.
Dopo si trasferirà a Parigi e studierà alla Sorbona prima di tornare in America e stabilirsi all’Ovest nell’allora piccola cittadina di San Francisco, dove apre una libreria. 

Kevin Noble @unsplash
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Lawrence Ferlinghetti infatti non è solo poeta e scrittore, ma anche libraio e editore. 

Fonda infatti, nel 1953 insieme a Peter Martin, la casa editrice City Lights Bookstore. Situata a suo tempo in Columbus Avenue 261, all’angolo con Broadway Street, nel quartiere italiano di San Francisco denominato North Beach.

Il nome della libreria, Luci della Città (City Lights), si ispira al film muto del 1931 scritto, prodotto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin. Tant’è che al secondo piano della libreria c’era la redazione della rivista di cinema e cultura City Lights  fondata dallo stesso Martin. 

James Frid @pexels
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Quel luogo diventa presto il ritrovo della Beat Generation e di molti dei suoi protagonisti più significativi. Qui ci si può fermare a lungo non solo per sfogliare le pagine di un libro ma anche per scambiarsi opinioni, assistere a Reading  e performance. Scrittori all’epoca emergenti o indipendenti venivano a trovarlo nella sua libreria, tra cui Jack Kerouac, Burroughs, Ginsberg.

Sarà proprio una pubblicazione di Ginsberg a metterlo nei guai con la giustizia. 

L’edizione di Howl & Other Poems di Allen Ginsberg, raccolta del 1956, che contiene la celeberrima Howl (Urlo), fu la quarta della serie di edizioni di poesie City Lights Pocket Poets Series

La raccolta suscitò molto clamore e controversie legali e portò all’arresto di Ferlinghetti con l’accusa di diffusione di oscenità. Il processo ebbe un richiamo nazionale e Ferlinghetti venne rilasciato. Si era creato il primo precedente di appello al Primo Emendamento (libertà di parola e di stampa) per la pubblicazione di materiale controverso, ma di interesse sociale. 

Questo evento e l’eccezionalità del ruolo di City Lights nella cultura di San Francisco e in quella statunitense dopo la seconda guerra mondiale, avendo pubblicato autori della Beat Generation e diffuso molte altre opere rilevanti, ha permesso a questa piccola libreria, nel 2001, di ottenere lo status di Landmark (punto di riferimento). Tale status garantisce il mantenimento di determinate caratteristiche dell’edificio e dei suoi dintorni così da poterne fruire la storicità e l’importanza.

Il negozietto di caramelle dietro la soprelevata
è lì che per la prima volta
mi innamorai
dell’irrealtà
Gelatine luccicavano nella penombra
di quel pomeriggio di settembre
Sul bancone un gatto si insinuava tra
bastoncini di liquirizia
e barrette al cioccolato
e cicche Oh Boy

Fuori le foglie morivano e cadevano
Il vento aveva spazzato via il sole

Una ragazza entrò di corsa
Aveva i capelli zuppi di pioggia
Il seno ansava nella stanzetta

Fuori le foglie cadevano
e piangendo dicevano
Troppo presto! troppo presto!

Lawrence Ferlinghetti, in “Poesia” n. 346 Marzo 2019, traduzione di Leopoldo Carra

@IncantoErrante

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