Luca CagnassoLuca Cagnasso nasce a Castellamonte (TO) nel 1972. Vive circondato dalla natura, tra paesaggi incontaminati. Sarà proprio l’ambiente in cui vive a spingerlo verso la fotografia, desideroso di  immortalare quel mondo che ama.

Già all’età di quindici anni intraprende quest’avventura in compagnia di una reflex totalmente manuale, sviluppando e stampando, poi, da solo, le immagini in bianco e nero. Non di meno trascura la fotografia a colori, usando prevalentemente materiale invertibile Kodak e Fuji.

Col passare degli anni e con la tecnologia che cambia rapidamente, Luca utilizza attrezzature Canon, diventando membro CPS. E sicuramente la sua formazione fotografica di derivazione analogica, determina il suo modo di lavorare ed approcciarsi alla fotografia digitale. Dopo gli studi tecnici ed un’esperienza lavorativa ventennale nel mondo dell’edilizia, decide di cambiare la sua vita completamente. La sua nuova attività professionale ora è quasi completamente dedicata alla fotografia naturalistica e alla fotografia di viaggio. Si dedica prevalentemente alla fauna ed all’ambiente della regione Piemonte. Non tralascia di fotografare però, appena può, i grandi predatori europei e gli spettacolari paesaggi del vecchio continente. 

Inizia così, una vita più semplice, immensamente più umana e piena di soddisfazione. Nel suo sito: http://www.fotografareeviaggiare.com
tutte le informazioni sui corsi e i viaggi organizzati da Luca Cagnasso.

Durante le sessioni fotografiche Luca Cagnasso si dedica, con una cura maniacale, alla ricerca di particolari condizioni di luce e di ripresa. Studia la scena e la situazione in modo metodico e dettagliato, cercando di dare sempre maggior risalto ed importanza alla composizione fotografica.

Nelle immagini che realizza non applica processi di post-produzione, se non in minima parte. Per scelta personale infatti, il fotografo ama più trascorrere le ore dietro la macchina fotografica che davanti ad un PC. Come dargli torto?

 

 

Svalbard significa “La costa fredda”, e non ci potrebbe essere nome più indicato per indicare queste isole, che coprono un’area di circa 62.000 km2, quasi interamente coperte da ghiacci. Situate nel mare Glaciale Artico, settecento chilometri a nord della Norvegia, sono composte da sei isole principali e innumerevoli altre più piccole. Le isole più grandi sono Spitsbergen, dove risiede la quasi totalità degli abitanti dell’arcipelago, circa 2.900 persone, Nordaustlandet e EdgeØya. Il secondo centro abitato oltre alla capitale Longyearbayen, è Barentsburg. L’arcipelago delle Svalbard è la terra abitata più a nord del pianeta!

svalbard-ottobre-2016-3192Le spedizioni artiche

L’isola principale, Spitsbergen, dalla fine dell’Ottocento, fu utilizzata come base di partenza per molte spedizioni artiche, navali e aeree, dirette alla conquista del Polo nord. Fu proprio dalle Svalbard, e precisamente da Ny-Ålesund, che il 23 maggio 1928 il dirigibile Italia, al suo terzo volo al Circolo Polare, con sedici persone a bordo e al comando di Umberto Nobile, doveva esplorare la parte settentrionale della Groenlandia, alla ricerca di terre emerse, per dirigersi poi sul Polo, dove erano previste misurazioni scientifiche sul pack. Ma, raggiungo il Polo Nord, a causa del forte vento, agli esploratori fu impossibile scendere sui ghiacci e Nobile ordinò di ritornare alla base, dove non arrivarono perché il dirigibile si schiantava sul pack a quasi 100 km dalle isole Svalbard.

svalbard-ottobre-2016-0179Il trattato delle Svalbard

A causa di una situazione legale particolare, tutti i Paesi che hanno firmato il trattato delle Svalbard hanno diritto, al pari della Norvegia, a colonizzare le Svalbard e a svilupparne l’economia. Sempre a causa di alcune clausole nel trattato delle Svalbard, non vi è alcun requisito particolare (come permessi di soggiorno, di lavoro, eccetera) per risiedervi permanentemente, supposto di poter trovare lavoro. Insomma non ci sono ostacoli di sorta perché il trattato prevede la non discriminazione tra tutti i cittadini degli Stati aderenti al trattato.

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Le miniere di carbone

Dal 1910, quando vennero scoperti giacimenti di carbone, sorsero insediamenti di minatori norvegesi e russi. I primi diedero vita ai centri di Longyearbayen, Ny-Ålesund, Sveagruva e Jsfjord. I secondi animarono le cittadine di Barentsburg, Pyramiden, ora abbandonata, e Grumantbyen. L’Unione Sovietica è stato l’unico paese con più abitanti negli insediamenti delle Svalbard. Ma, a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica e dell’interruzione dei sussidi, la popolazione russa e ucraina si è ridotta da alcune migliaia di abitanti a circa 500 unità. Tuttavia la permanenza nelle isole è in media di tre soli anni. Molti lavorano anche con contratti a termine di cinque anni, ma poi tutti sanno di doversene andare, prima o poi. La maggior parte degli abitanti delle Svalbard, infatti, sono lavoratori temporanei venuti da altre parti del mondo.

svalbard-ottobre-2016-3228 svalbard-ottobre-2016-3194Convivere con gli orsi polari

Vivere in quelle isole significa vivere ai confini del mondo, un mondo regolato da leggi tutte sue, spesso crudeli e ineludibili. A Longyearbyen, la capitale della Svalbard, devi girare in strada con il fucile in spalla. Se non lo fai rischi di venir sbranato da un orso bianco. Già dalle superiori è fatto obbligo di seguire corsi sulla sicurezza e tutte le scuole del paese sono circondate da altissime reti e filo spinato. Purtroppo a ricordare il pericolo sempre in agguato ricorre una data tragica: il 5 agosto 2011, un enorme e affamato orso polare attaccò un gruppo di studenti che stava campeggiando. Arrivò di notte, quando tutti dormivano dentro le tende. Uccise un ragazzo di 17 anni, Horatio Chapple, che morì all’istante e ne ferì altri quattro. Tuttavia in generale gli orsi non attaccano, ed è sufficiente sparare un colpo in aria per farli allontanare. Dal 1973 sono una specie protetta e posso essere uccisi solo in caso di reale pericolo. L’orso polare è il simbolo delle Svalbard. Da quando ne è stata vietata la caccia, ne sono stati censiti oltre 3.000 esemplari. Si tratta del più grande mammifero terrestre carnivoro, sempre affamato e che non va mai in letargo!

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L’aurora boreale è un fenomeno da sempre sospeso tra mito e leggende. Tra storia e meraviglia. Per secoli ritenuta un segno sovrannaturale, l’aurora boreale ha da sempre arricchito il patrimonio culturale dei popoli nordici, dando luogo a saghe e racconti leggendari in cui il reale si mescola al meraviglioso. Gli Inuit vi vedevano i segni dei loro defunti, i Sami la luce che può essere ascoltata, i Vichinghi il riflesso delle armature delle Valchirie, i Finlandesi le scintille generate dalle code delle volpi di fuoco che abitavano la Lapponia.

svalbard-ottobre-2016-3710 svalbard-ottobre-2016-1296Il clima delle Svalbard

Per effetto della temperatura media annuale inferiore a zero gradi Celsius, il suolo è permanentemente gelato, e si sgela in piena estate solo per una modesta profondità, tale da permettere solamente la vegetazione estiva di un leggero manto erboso a bassa quota, nei luoghi soleggiati ed esposti ai venti meno freddi da ovest. Il Clima è polare all’interno, dove la lontananza dal mare e l’altitudine favoriscono il freddo, con temperature che toccano valori anche di -40 °C, mentre d’estate le temperature salgono sino a 5-6 °C. Sulla costa, invece, il clima è mitigato da un ramo della Corrente del Golfo che lambisce la costa ovest.

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La corrispondenza e la posta alle isole Svalbard

Non ci sono strade tra gli insediamenti sulle isole; i trasporti sono effettuati con imbarcazioni, aerei, elicotteri e slitte trainate dai cani. Basta pensare che Barentsburg e Longyearbayen distano appena 55 km, ma non esiste una strada che le congiunga! Per lungo tempo la posta in partenza dalle cittadine abitate dai minatori russi fu portata a Murmansk, nella penisola russa di Kola, dove riceveva l’annullo dell’ufficio postale numero 58. Attualmente le Svalbard vantano l’ufficio postale più settentrionale del continente europeo: quello di Longyearbayen, a 78° 12′ 26″ di latitudine nord, superato dall’ufficio postale di Ny-Ålesund, a 78° 55′ 32″ N, ma quest’ultimo non è aperto tutto l’anno.

svalbard-ottobre-2016-0745Pyramiden, la città fantasma

Pyramiden è diventata la città fantasma dove nel 2014 la cantante svedese Tove Styrke ha girato, sotto la direzione del regista Rùnar Ingi,  il video musicale del suo singolo “Borderline”. Anche la band danese degli Efterklang si è ispirata a Pyramiden, dove hanno trascorso nove giorni per registrare i suoni dell’ambiente circostante, per la realizzazione dell’album Pyramida, uscito nel 2012. Durante la loro permanenza nell’insediamento urbano abbandonato hanno anche registrato un documentario, The Ghost of Piramida

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Non si nasce e non si muore

La vita alle Svalbard è particolare. Si vive sulle isole solo per poco tempo e per lavorare. Non si nasce e non si muore. Alle Svalbard, infatti, vige il divieto di essere sepolti, perché a causa del permafrost e delle temperature perennemente fredde i corpi non si decompongono, restando quasi completamente intatti. Si racconta che il pomeriggio del 24 settembre 1918, il Forsete, un battello che trasportava pescatori norvegesi che ogni inverno sbarcavano alle Svalbard per lavorare nelle miniere, portasse con sé, a bordo, sette ragazzi, dai 19 ai 27 anni colpiti dal virus dell’influenza Spagnola. Morirono alle Svalbard pochi giorni dopo la sbarco. Resteranno sepolti lì per ottanta anni. Nell’agosto del 1998 la dottoressa Kirsty Duncan, che per anni aveva cercato il luogo di sepoltura, li trova. La domanda che tutti si fecero con terrore fu: e se il virus della Spagnola, ibernato per tutti quegli anni nel ghiaccio si risvegliasse?…

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Se, alle Svalbard, è vietato morire, non c’è nessuna casa per anziani e nel caso di un malore grave le autorità locali provvedono al trasporto del paziente, in aereo, al più vicino ospedale, a circa due ore di distanza, anche nascere è vietato. Due settimane prima della nascita bisogna, per legge, recarsi sulla terra ferma.

svalbard-ottobre-2016-0700 Curiosità

Le Svalbard sono per trattato militarmente neutrali e quindi non è presente personale militare di nessuno stato.
Il sysselmann esercita il potere esecutivo.
Alle Svalbard viene pubblicato un settimanale: lo Svalbardposten.

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Fotografia di Luca Cagnasso
Testo di Incanto Errante

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